H4pf03 ha voluto ricondividere la sua storia, perché i giornalisti e chi li contatta non si sono preoccupati di tenere conto delle opinioni di chi, nonostante l’inferno di Macomer, lotta ogni giorno per raccontare le condizioni, i soprusi, a costo di grandissimi sacrifici.
La storia di H4pf03 è la storia di tutte quelle persone che vengono colpite dalla repressione dello stato razzista italiano. La sua lotta è una lotta per tutte le persone detenute dentro il CPR.
“Siamo dentro il lager istituzionale di Macomer. La settimana scorsa H4pf03, giovane marocchino di 22 anni, suonava al citofono del suo blocco ripetutamente per parlare con un operatore. Voleva comunicare con l’assistente sociale per mostrare il foglio della denuncia di smarrimento del portafoglio con il permesso di soggiorno e la ricevuta per il suo rinnovo per provare a dimostrare di essere regolare sul territorio e quindi uscire dal CPR in cui è detenuto da dicembre 2024.
È rimasto inascoltato per tutto il giorno, decide dunque di protestare salendo sul tetto. Scende con la promessa che gli avrebbero fatto incontrare l’assistente sociale, promessa non mantenuta. Il primo di tanti inganni in pochi giorni. Lo stesso giorno nel suo blocco, in seguito a delle proteste per avere assistenza medica, la polizia é entrata in assetto antisommossa picchiando le persone detenute e deridendole allo stesso momento. Arriva subito un’ambulanza per portare via una persona che in seguito ai pestaggi è rimasta a terra. Dopo che l’ambulanza porta via la persona ferita i pestaggi e la repressione fisica contro chi è rimasto nel blocco continuano. Gli operatori non sono presenti al momento del pestaggio, ma ne vedono i risultati subito dopo. Le persone del blocco sono contuse e ferite.
Giovedi H4pf03 cerca di andare in isolamento volontario, non riesce a reggere tutta quella tensione e vuole solo un giorno per stare da solo. Un funzionario gli promette che sarebbe potuto uscire il giorno dopo.
Altro inganno.
Venerdì H4pf03 chiede di poter tornare nel blocco con i suoi compagni ma non lo liberano. La scusa per questa infamia è che doveva calmarsi. Riesce però finalmente a parlare con la sua famiglia tramite l’unico telefono con whats app che la gestione del lager di Macomer concede. Dopo la chiamata gli viene detto che sarebbe arrivata un’ambulanza a breve per visitarlo e dargli le cure mediche necessarie che aveva richiesto dopo i pestaggi avvenuti i giorni prima. H4pf03 infatti è pieno di contusioni e con diverse ferite. Aspetta l’ambulanza sulla sedia nell’area prima del blocco dell’isolamento.
È da solo, ma al posto dell’ambulanza arriva la guardia di finanza in antisommossa, sono tanti e lui è da solo. Lo trascinano per cento metri, cade due volte e lo riportano in isolamento dove una decina della guardia di finanza lo tengono fermo mentre il personale medico gli fa due punture di sedativo. Durante questo ennesimo gesto repressivo la guardia di finanza gli provoca altre contusioni alla spalla e alla mano. H4pf03 rimane in isolamento, sedato per un giorno intero, ferito, contuso e in uno spazio senza aria, senza finestre.
È oramai in isolamento da una settimana.
La sua lotta continua fin quando solo all’inizio di questa settimana lo portano in ospedale a Nuoro, dove gli fanno incontrare uno psichiatra che gli voleva prescrivere medicine per calmare la sua rabbia mentre lui chiedeva rispetto per i suoi diritti, per la sua esistenza, per la sua libertà. Viene rilasciato dall’ospedale e riportato al CPR, il referto di quelle visite non lo vedrà mai, lo tengono le forze dell’ordine, perché possiamo immaginare cosa ci sia scritto”.
NON LASCIAMO INDIETRO CHI LOTTA PER LA LIBERTÀ O SAREMO COMPLICI DELLO STATO RAZZISTA
I CPR SI CHIUDONO COL FUOCO