A Macomer, dopo il pestaggio continua la tortura

Giungono nuove notizie dal CPR Macomer.

Dopo l’intervento di avantieri, nel blocco C, di una trentina di antisommossa, con caschi e manganelli di ordinanza, che ha causato il ferimento di almeno 5 prigionieri; uno di questi ha raccontato “siamo stati picchiati come animali con i manganelli, non c’è un punto del mio corpo che possa toccare senza provare dolore”. Nessuno dei feriti è stato visitato dal medico e per questo sono nate nuove proteste che si sono concluse con la chiusura in isolamento di almeno un prigioniero a cui non è stato consentito di contattare il proprio avvocato.

Sempre avantieri notte un operatore, nel blocco B-dx, durante un alterco, ha ferito gravemente ad un piede un prigioniero che aveva già riportato una grave lesione all’altra gamba. Nonostante il prigioniero non fosse grado di muoversi, non gli sono state date nè stampelle nè sedia a rotelle; non è stato sottoposto a visita, ma gli è stata fatta solo una radiografia di cui non gli è stato comunicato il referto. Il prigioniero che soffre di svenimenti riferisce di essere svenuto e avere battuto la testa. In seguito alle sue proteste, è stato chiuso anch’esso in isolamento.

Entrambi i prigionieri in isolamento sono entrati in sciopero della fame e della sete.

TUTTX LIBERX

SOLIDALI CON I PRIGIONIERI IN LOTTA

I CPR SI CHIUDONO COL FUOCO

Importanti aggiornamenti sulle violenze al CPR di Macomer

Ci sono giunte altre notizie su quanto accaduto la notte tra martedì 24 e mercoledì 25 giugno nel CPR di Macomer. L’intervento degli antisommossa per sedare la protesta in un blocco ha causato 5 feriti con lesioni di diversa gravità. Nello stesso momento in un altro blocco un operatore (di nome Karim), assunto il ruolo di sbirro-kapo durante una discussione, procurava una grave distorsione se non addirittura una frattura di una gamba a un prigioniero che aveva già una lesione all’altra gamba e che quindi non è più in grado di muoversi autonomamente. Ci riferiscono che i resposabili della struttura presenti hanno respinto l’ambulanza intervenuta per trasferire in ospedale i 6 feriti che sino a ieri pomeriggio non erano neppure ancora stati visitati dal personale sanitario della struttura.

Il prigioniero ricoverato in ospedale a Nuoro per un ascesso retrofaringeo, causato da un ascesso dentale non curato nella struttura, è stato sottoposto a tracheotomia e, da quanto ci risulta da bollettino medico, le sue condizioni sono stabili nonostante continui a trovarsi in coma.

TUTTX LIBERX

I CPR SI CHIUDONO COL FUOCO

PAOLO SOSPENDE LO SCIOPERO DELLA FAME

Ci informano che Paolo comunica che dal 21 giugno ha deciso di sospendere lo sciopero della fame per il caldo e i conseguenti malori. Continua comunque la sua lotta contro il carcere e la società che lo produce.

SEMPRE DALLA PARTE DI CHI LOTTA

SOLIDALI E COMPLICI CON PAOLO

FUOCO ALLE GALERE

Ancora violenze, terrore e tortura al CPR di Macomer

Da fonti dirette abbiamo appena appreso che ieri notte gli antisommossa con caschi e maganelli hanno fatto irruzione all’interno del CPR ferendo quattro prigionieri, ancora all’interno della struttura. Secondo queste fonti le torture sono state riprese da un video che è sto sequestrato. Ci comunicano inoltre che proseguono gravi atti di autolesionismo messsi in atto dai prigionieri. Inoltre, all’alba sono stati rimpatriati alcuni prigionieri algerini.

Questa stessa mattina gli sbirri hanno rotto il piede di un prigioniero durante una “discussione”.

Un prigioniero è ricoverato da giorni all’ospedale di Nuoro in seguito ad un ascesso dentale ignorato per mesi dai sanitari del CPR. È stato sottoposto ad un’operazione chirurgica e da allora è in coma.

Questi sono i risultati della “nuova” gestione di Officine Sociali e del miglioramento millantato dalla direttrice Elizabeth Rijo Ubri.

SCRIVERE A PAOLO

Chi volesse scrivere a Paolo deve indirizzare la corrispondenza a Paolo Todde, C.C. “E. Scalas”-09165 Uta (CA)

Paolo preferisce che non gli vengano inviati nè telegrammi nè raccomandate perchè non li riceve, suggerisce inoltre che non vengano inseriti francobolli nella corrispondenza perchè non passano l’ispezione delle guardie.

Chi volesse inviargli libri glieli invii in fotocopia in quanto diversamente finiscono in acqua durante le perquisizioni.

SOLIDALI E COMPLICI CON PAOLO

TUTTX LIBERX, CHIUDERE UTA, CHIUDERE TUTTE LE GALERE

I PRIGIONIERI DI MACOMER HANNO INIZIATO UN ALTRO SCIOPERO DELLA FAME

I prigionieri di Macomer hanno iniziato un altro sciopero della fame, indifferenti alle promesse della direzione e consapevoli dell’inutilità delle visite istituzionali a “sorpresa” (sic!) di parlamentari e personaggi di vario genere. In realtà ciò che chiedono, oltre la possibilità di disporre di uno smartphone per potere comunicare autonomamente con l’esterno, non è la vivibilità del CPR ma la libertà, una cosa che le istituzioni e chi le sostiene, con il loro sottile razzismo, non potranno mai capire.

Solidali e complici

TUTTX LIBERX, I CPR SI CHIUDONO COL FUOCO

CHI VOLETE PRENDERE PER CULO?

Oggi Paolo avrebbe dovuto fare un colloquio con la compagna importante per capire come proseguire la lotta. Nonostante il colloquio fosse stato prenotato, quando la compagna arrivata al carcere le è stato detto che erano stati ritardati di 3 ore per poi annullarli senza una motivazione plausibile. Ancora una volta l’amministrazione penitenziaria si accanisce, con Paolo e con chi gli sta vicino, utilizzando squallide ripicche, con la speranza di fermare la sua e la nostra lotta. Non credano che siamo disposti a sottostare a tali abusi e che potremo dimenticarli.

La lotta contro le carceri e il sistema che ne ha necessità non si arresta.

FUOCO ALLE GALERE.

NOI LA CHIAMIAMO TORTURA

Pubblichiamo integralmente il testo di un’altra lettera ricevuta da un prigioniero di Uta. Non crediamo siano necessari commenti.

Oggi 29/05 h. 11.45-12.00

T. […] è stato siringato e spostato chissà dove. Volevano trasferirlo a Bancali ma non voleva andarci […] oggi lo hanno picchiato un suo concellino e uno sbirro […]. T. è stato sedato.

Vi ho appena scritto per un prigioniero maltrattato dalle guardie ed ecco che un altro prigioniero si è tagliato le vene […]. Non è arrivato nessuno lo abbiamo soccorso noi prigionieri. Solo in seguito sono arrivate le guardie con un infermiere senza nemmeno una barella per trasportarlo, lo hanno preso in braccio le guardie con alcuni prigionieri in infermeria, dove è stato fasciato e sedato. Dopodiché i secondini di merda in sordina sono arrivati, hanno aperto la cella e buttato a terra come un sacco di merda. Abbiamo urlato e le guardie niente se ne sono andate via così, il detenuto in questione prende allora si taglia nuovamente recidendosi la vena principale del bicipite. È rimasto così con il sangue che scendeva per più di 5 minuti. Quello che mi fa rabbia è come tutto è successo nel totale silenzio di tutti i detenuti, solo io[…], l’altro concellino e altre 2 persone hanno urlato e fatto casino mentre il nostro amico […] si dissanguava per terra. Dopo 5 minuti sono arrivati nuovamente i secondini con una barella finalmente e infermieri e portato via in ambulanza. Non sappiamo che fine ha fatto.

DALLA PARTE DI LUCA, DALLA PARTE DI CHI LOTTA

Pubblichiamo un testo scritto da Luca, il compagno agli arresti domiciliari dal 13 giugno con l’accusa del lancio di un petardo durante una manifestazione antimilitarista e per la Palestina. Speriamo di poter vedere quanto prima Luca lottare con noi per le strade. SOLIDALI CON LUCA E DALLA PARTE DI CHI LOTTA

“I fatti sopra descritti possono essere considerati indici di un’indole incline alla prevaricazione e alla sopraffazione, specie nei confronti delle istituzioni militari, sintomatica di una personalità pericolosa e socialmente allarmante.”
Con queste parole, tra le tante, nel pomeriggio di ieri 13 giugno, è stato disposto il mio arresto domiciliare in seguito ai fatti avvenuti il 10 maggio a Cagliari durante un corteo in solidarietà al popolo palestinese. In quell’occasione nel porto di Cagliari era presente la nave militare Trieste nella quale venivano eseguiti screening pediatrici gratuiti sponsorizzati dalla fabbrica di Bombe RWM, da Amazon, Terna e altre multinazionali.
Sono nato e cresciuto in una terra colonizzata e piegata agli interessi di uno Stato che ci usa come discarica, come laboratorio di guerra e come luna park per gli eserciti di mezzo mondo, come luogo in cui costruire super carceri anziché ospedali, un luogo buono per piantare pale eoliche e pannelli fotovoltaici, anziché permettere lo sviluppo di attività autoctone e sostenibili per l’ambiente. La miseria in cui ci hanno ridotto è la stessa che ci porta ad accettare tutto, a non lamentarci mai di nulla, a non lottare per modificare la nostra condizione subalterna, la stessa che porta tante persone a non capire le mie scelte, che sono poi quelle che mi hanno portato a questa condizione. Ma le condizioni sono buone o cattive in base a dove le si guarda, se per tanta gente la mia situazione è considerata una disgrazia, perché sono rinchiuso in casa, per un’abitante di Gaza non sono altro che un privilegiato che almeno una casa ce l’ha. Cosa c’è da aggiungere davanti alle immagini dello sterminio e dei bombardamenti, davanti alle più atroci azioni di prevaricazione e sopraffazione?
Per me l’unico posto giusto è quello a fianco a chi prova ad opporsi.
Sempri ainnantis
Po una vida e una terra liberas dae sa gherra e dae sa tirrania
Cun sa Palestina in su coru.

“QUESTO È UN CARCERE DI ASSASSINI CHE HANNO LE STELLE”

Pubblichiamo integralmente un brano di una lettera ricevuta da un prigioniero di Uta. Non crediamo siano necessari commenti.

Ufficio di Sorveglianza di Cagliari

Verbale di dichiarazione spontanea di persona detenuta nella Casa Circ./Recl. Cagliari

L’anno 2025 il mese di Gennaio il giorno 31 alle ore 13.40 innanzi al Magistrato di Sorveglianza di Cagliari Dott.ssa Elisabetta Mulargia assistito dall’ausiliaria Rita Garau è presente il detenuto […] che dichiara quanto segue:

Quando ero in Sicilia, […], sono arrivato al Pagliarelli con una ferita provocata da un colpo di chiave in testa. Non mi hanno fatto entrare. Sono stato addormentato con una puntura nella flebo e mi sono svegliato il giorno dopo all’Ucciardone in un posto sconosciuto circondato da tre agenti della scorta dell’Ucciardone. Mi hanno portato in un posto che era una clinica dove ho trovato uno della famiglia Guarino-Casamonica. Mentre ero nella clinica le guardie mi hanno detto che all’ingresso al Pagliarelli avrei dovuto stare zitto.  Successivamente sono stato trasferito qui alla C.C. di Uta. Quando ero al Pagliarelli mi sono tagliato il braccio per paura, è venuto un tizio che diceva di essere un magistrato ma non lo era. Anche a Uta sono stato minacciato e ho paura, non posso raccontare quanto è successo qui perché ho troppa paura. Lo racconterò quando sono fuori da questa regione per questo voglio essere trasferito. Sono stato picchiato. […]. Questo è un carcere di assassini che hanno le stelle. Brigadiere Debora, Isp/Brig Porcella e Santini che si occupa dei lavoranti. Fabio Pes è il capo dei assassini, poi c’è Ivan Messina, il psichiatra Burino, la terapista psichiatrica non viene data regolarmente. Il più cattivo è il brigadiere Saro, che viene da Vicenza, viene qui ubriaco. Tutta l’area sanitaria collabora con le guardie…