Riceviamo e pubblichiamo senza commenti, perché crediamo non ce ne sia bisogno, un brano di una lettera di un prigioniero del carcere di Uta (CA), che riferisce dei consueti torture e pestaggi degli sbirri sui prigionieri che si ribellano.
“[…] da un paio di settimane c’è in 14 bis (in isolamento stretto), M., […] che è quasi alla fine della sua “carriera” da carcerato, gli mancano poco più di tre anni […]. M. è in 14 bis, innanzitutto perché vorrebbe andare fuori dalle galere della Sardegna, questo anche perché l’isolamento delle carceri e della terra sarda gli ha fatto perdere il contatto con sua figlia, che purtroppo non sente dal suo arrivo in Sardegna, non ha neanche più contezza di dove si trovi.
[…] nella sua continua richiesta di trasferimento, che a parole non portava a nulla, è passato alle vie di fatto…, un bel dì ha preso per le orecchie il suo educatore […] ed ha dato un “buffetto” all’ispettore del piano.. Da lì isolamento e 14 bis. Penso che si lì in isolamento da un mesetto, ed ieri è ripassato alle vie di fatto. Infatti mentre un secondino ed un ispettore entravano nella cella ove è rinchiuso, M. è riuscito a “catturare” l’ispettore con il secondino che scappava a gambe levate, ed a “rinchiudersi” in cella con l’ospite. […] Non so se M. abbia liberato l’ospite, comunque nel pomeriggio (diciamo dopo l’una) c’è stato l’assalto con idranti, smeriglio, caschi, manganelli… Morale della favola: M. è stato pestato così tanto, che dopo un po’ è arrivata un’ambulanza che dovrebbe averlo portato o all’ospedale di Is Mirrionis oppure al “Brotzu” , in quanto in quei due posti ci sono due reparti chiusi a disposizione del carcere.
[…]
P.S. Ultime notizie da M. Ieri anche lui si è difeso e la gente parla di secondini un po’ incerottati.”
LE GALERE SI CHIUDONO COL FUOCO
TUTTX LIBERX
Anarchicx contro carcere e repressione