!!!!!! 9 AGOSTO !!!!!!!!!!!!!!!!

SERATA BENEFIT PER LA CASSA PRIGIONIERX

PER UN MONDO SENZA GALERE PER UN MONDO SENZA SFRUTTATX LIBERTA PER TUTTI E TUTTE

La Cassa Prigionieri nasce a Cagliari nel 2023 grazie a un gruppo di compagnx che hanno preso parte alle lotte anticarcerarie sviluppate durante lo sciopero della fame di Alfredo Cospito.

Nel contesto storico attuale, il carcere rappresenta sempre più spesso il punto di approdo per molti compagnx impegnatx nelle lotte di piazza e nei conflitti sociali. Non a caso, gli ultimi decreti sicurezza hanno intensificato la repressione anche all’interno delle carceri, dotando gli sbirri di strumenti straordinari di controllo, repressione e tortura.

È in questo scenario che si è sentita la necessità di creare uno strumento utile a sostenere i/le prigionierx di tutte le strutture detentive (carceri, CPR, REMS, ICAM).

I contributi della Cassa hanno quindi lo scopo di supportare i/le prigionierx durante la reclusione, coprendo i bisogni quotidiani e favorendo la crescita e la diffusione delle lotte anticarcerarie — inclusa l’evasione — con la speranza di alleviare, almeno in parte, la sofferenza causata dalla tortura sistematica che i/le prigionierx subiscono.

Poiché si tratta di una Cassa per i/le prigionierx, si è scelto di sostenere anche eventuali necessità legate alle fasi del giudizio, escludendo però qualsiasi contributo alle spese relative agli onorari dei legali.

TUTTX LIBERX — FUOCO A GALERE E CPR

IMPORTANTE INIZIATIVA ANTICARCERARIA A PALERMO

CONDIVIDIAMO QUESTA IMPORTANTE E INTERESSANTE INIZIATIVA ARRIVATA DALLA SICILIA

Ha senso oggi, con un piede dentro la terza guerra mondiale, una

iniziativa specifica contro il carcere? C’è ancora tempo per tenere

insieme l’attenzione alle condizioni di chi è rinchiuso/a con il

pensiero agli occhi affamati dei bambini di Gaza?

Pensiamo di sì, per diverse e importanti ragioni. Perché lo sciopero

della fame di Alfredo Cospito, Paolo Todde e di molte/i altre/i, sono

gesti individuali che richiamano la resistenza di un intero popolo posto

al 41 bis dallo stato sionista. Perché rompere l’aura di sacralità

dell’Antimafia in Sicilia, parlando di DNAA, è un colpo al più potente

apparato ideologico/morale e militare di spoliazione, controllo e

repressione della “nostra” storia nazionale. Perché non disperdere la

memoria delle lotte di oggi e di chi ci ha preceduto è parte della

nostra liberazione. Perché rimpinguare le casse anti-repressione

significa continuare a tessere solidarietà rivoluzionaria.

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La DNAA ( Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo) è il fiore

all’occhiello del sistema repressivo dello Stato italiano. Nata nel 1992

come Direzione Nazionale Antimafia, dal 2015 inizia ad occuparsi anche

di reati riguardanti il terrorismo aggiungendo una “A” al proprio nome.

La riunificazione dei fenomeni mafioso e terroristico sotto uno stesso

corpo repressivo rende evidenti le commistioni e gli sconfinamenti nella

costruzione di queste figure simbolico-spettacolari da parte dello

Stato. Mafia e terrorismo sono infatti sempre più “idee senza parole”,

contenitori astratti utili a terrorizzare la popolazione, ad ergere lo

Stato e i suoi servi a protettori dal Male assoluto e a mantenere in

piedi uffici e cariche per magistrati che costruiscono le proprie

carriere sulla pelle di sfruttate e oppressi.

La nascita della DNA nel 1992 aveva provocato molte perplessità anche in

alcuni giuristi e osservatori democratici, ma dopo gli attentati di

Capaci e di via D’Amelio, approfittando del panico morale da essi

generati, lo Stato italiano aveva ormai le risorse simboliche per

rendere intoccabile la sua nuova superprocura e per dar vita a quella

barbarie che risponde al nome di 41bis( ordinamento che è figlio

dell’articolo 70 del codice penitenziario e che nel 2002 è stato esteso

anche ai reati di terrorismo). La posizione geografica e psicogeografica

di frontiera fra Europa e Africa della Sicilia permette di mobilitare

tutto l’armamentario spettacolare che può trattare un fenomeno

strutturalmente funzionale al dominio di merce e autorità, come un male

estremo a cui lo Stato non può che opporre l’estremo rimedio della

violenza e della tortura. Criticare l’operato delle procure antimafia

diventa impossibile e le varie inchieste messe in piedi da queste

rendono sempre più larghe le maglie di regimi detentivi come Alta

Sicurezza e 41bis. Si è quindi venuta a creare una retorica che

squalifica come mostruoso chiunque non accetti la sacralità delle Leggi

dello Stato e rifiuti l’identificazione di giusto e legale.

Per quanto riguarda il terrorismo crediamo sia utile partire

dall’articolo 270sexies del codice penale. Tale articolo, infatti,

definisce “condotte con finalità di terrorismo” tutti quegli atti che

“costringono i poteri pubblici o un’organizzazione internazionale a

compiere o ad astenersi dal compiere un qualsiasi atto”, estendendo tale

categoria a chiunque non si limiti alla protesta legale e democratica e

dunque completamente gestibile e riassorbibile da Stato e padroni.

Con la nascita della DNAA, lo Stato può utilizzare facilmente la

legittimità simbolica e le capacità investigative accumulate contro

chiunque non accetti i progetti del potere, comprendere ciò si fa sempre

più necessario e fondamentale per rispondere al salto di qualità

introdotto dalla controparte nel campo della repressione. A maggior

ragione adesso che, con gli scenari di guerra che si profilano

all’orizzonte, le fila dei nemici interni si vanno ingrossando sempre

più.

Ma, come ogni spettacolo, anche l’antimafia e l’antiterrorismo non sono

qualcosa di inscalfibile: lo sciopero della fame del compagno anarchico

Alfredo Cospito sottoposto al regime del 41bis e le azioni diurne e

notturne che si sono sviluppate in Italia e nel mondo in sua solidarietà

hanno aperto una breccia che non potrà essere richiusa facilmente. La

lotta può dissacrare la religione della legalità e dissolvere la cortina

fumogena eretta a difesa dello Stato.

Di questo vorremmo parlare a partire dall’opuscolo Ruolo e strategie

repressive della DNAA con la presenza di alcuni/e curatori/trici della

cassa di solidarietà La Lima il 26 luglio alle 15:30 ad Alavò in via

Duca Lancia di Brolo, Polizzi Generosa (PA)

A Macomer, dopo il pestaggio continua la tortura

Giungono nuove notizie dal CPR Macomer.

Dopo l’intervento di avantieri, nel blocco C, di una trentina di antisommossa, con caschi e manganelli di ordinanza, che ha causato il ferimento di almeno 5 prigionieri; uno di questi ha raccontato “siamo stati picchiati come animali con i manganelli, non c’è un punto del mio corpo che possa toccare senza provare dolore”. Nessuno dei feriti è stato visitato dal medico e per questo sono nate nuove proteste che si sono concluse con la chiusura in isolamento di almeno un prigioniero a cui non è stato consentito di contattare il proprio avvocato.

Sempre avantieri notte un operatore, nel blocco B-dx, durante un alterco, ha ferito gravemente ad un piede un prigioniero che aveva già riportato una grave lesione all’altra gamba. Nonostante il prigioniero non fosse grado di muoversi, non gli sono state date nè stampelle nè sedia a rotelle; non è stato sottoposto a visita, ma gli è stata fatta solo una radiografia di cui non gli è stato comunicato il referto. Il prigioniero che soffre di svenimenti riferisce di essere svenuto e avere battuto la testa. In seguito alle sue proteste, è stato chiuso anch’esso in isolamento.

Entrambi i prigionieri in isolamento sono entrati in sciopero della fame e della sete.

TUTTX LIBERX

SOLIDALI CON I PRIGIONIERI IN LOTTA

I CPR SI CHIUDONO COL FUOCO

Aggiornamento sulla situazione di Paolo

Lunedì 9 giugno ci siamo ritrovati in una piazza del centro di Cagliari per portare solidarietà ai detenutx, al nostro compagno Paolo, in sciopero della fame da più di un mese e per informare sulle condizioni in cui sono costretti a vivere i prigionierx all’interno del carcere, in cui “suicidi”, pestaggi e abusi sono all’ordine del giorno.
Durante il presidio, circondato da camionette di sbirri e digos, abbiamo volantinato e letto comunicati contro il carcere e testi in solidarietà con Paolo.
Possiamo dire che, dopo i colloqui effettuati ieri, Paolo è lucido e forte d’animo, continua lo sciopero della fame decidendo di settimana in settimana come e se proseguirlo. Continua comunque a resistere e non abbassare la testa di fronte ai continui soprusi e provocazioni dell’amministrazione penitenziaria.
Ribadiamo che soltanto rafforzando le lotte anticarcerarie all’esterno della galera possiamo sostenere le rivendicazioni dei prigionierx e impedire che le lotte nate in prigione muoiano in prigione.
Per un mondo senza sfruttatx
Per un mondo senza galere
Tuttx liberx


Anarchicx contro carcere e repressione

!!! STASERA!!!
Ore 18 piazza Palma
Presentazione corteo anticarcerario di Sassari.
Discussione e confronto sulle carceri sarde.
Bar a prezzi popolari Benefit Cassa Prigionieri.