CONDIVIDIAMO QUESTA IMPORTANTE E INTERESSANTE INIZIATIVA ARRIVATA DALLA SICILIA
Ha senso oggi, con un piede dentro la terza guerra mondiale, una
iniziativa specifica contro il carcere? C’è ancora tempo per tenere
insieme l’attenzione alle condizioni di chi è rinchiuso/a con il
pensiero agli occhi affamati dei bambini di Gaza?
Pensiamo di sì, per diverse e importanti ragioni. Perché lo sciopero
della fame di Alfredo Cospito, Paolo Todde e di molte/i altre/i, sono
gesti individuali che richiamano la resistenza di un intero popolo posto
al 41 bis dallo stato sionista. Perché rompere l’aura di sacralità
dell’Antimafia in Sicilia, parlando di DNAA, è un colpo al più potente
apparato ideologico/morale e militare di spoliazione, controllo e
repressione della “nostra” storia nazionale. Perché non disperdere la
memoria delle lotte di oggi e di chi ci ha preceduto è parte della
nostra liberazione. Perché rimpinguare le casse anti-repressione
significa continuare a tessere solidarietà rivoluzionaria.
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La DNAA ( Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo) è il fiore
all’occhiello del sistema repressivo dello Stato italiano. Nata nel 1992
come Direzione Nazionale Antimafia, dal 2015 inizia ad occuparsi anche
di reati riguardanti il terrorismo aggiungendo una “A” al proprio nome.
La riunificazione dei fenomeni mafioso e terroristico sotto uno stesso
corpo repressivo rende evidenti le commistioni e gli sconfinamenti nella
costruzione di queste figure simbolico-spettacolari da parte dello
Stato. Mafia e terrorismo sono infatti sempre più “idee senza parole”,
contenitori astratti utili a terrorizzare la popolazione, ad ergere lo
Stato e i suoi servi a protettori dal Male assoluto e a mantenere in
piedi uffici e cariche per magistrati che costruiscono le proprie
carriere sulla pelle di sfruttate e oppressi.
La nascita della DNA nel 1992 aveva provocato molte perplessità anche in
alcuni giuristi e osservatori democratici, ma dopo gli attentati di
Capaci e di via D’Amelio, approfittando del panico morale da essi
generati, lo Stato italiano aveva ormai le risorse simboliche per
rendere intoccabile la sua nuova superprocura e per dar vita a quella
barbarie che risponde al nome di 41bis( ordinamento che è figlio
dell’articolo 70 del codice penitenziario e che nel 2002 è stato esteso
anche ai reati di terrorismo). La posizione geografica e psicogeografica
di frontiera fra Europa e Africa della Sicilia permette di mobilitare
tutto l’armamentario spettacolare che può trattare un fenomeno
strutturalmente funzionale al dominio di merce e autorità, come un male
estremo a cui lo Stato non può che opporre l’estremo rimedio della
violenza e della tortura. Criticare l’operato delle procure antimafia
diventa impossibile e le varie inchieste messe in piedi da queste
rendono sempre più larghe le maglie di regimi detentivi come Alta
Sicurezza e 41bis. Si è quindi venuta a creare una retorica che
squalifica come mostruoso chiunque non accetti la sacralità delle Leggi
dello Stato e rifiuti l’identificazione di giusto e legale.
Per quanto riguarda il terrorismo crediamo sia utile partire
dall’articolo 270sexies del codice penale. Tale articolo, infatti,
definisce “condotte con finalità di terrorismo” tutti quegli atti che
“costringono i poteri pubblici o un’organizzazione internazionale a
compiere o ad astenersi dal compiere un qualsiasi atto”, estendendo tale
categoria a chiunque non si limiti alla protesta legale e democratica e
dunque completamente gestibile e riassorbibile da Stato e padroni.
Con la nascita della DNAA, lo Stato può utilizzare facilmente la
legittimità simbolica e le capacità investigative accumulate contro
chiunque non accetti i progetti del potere, comprendere ciò si fa sempre
più necessario e fondamentale per rispondere al salto di qualità
introdotto dalla controparte nel campo della repressione. A maggior
ragione adesso che, con gli scenari di guerra che si profilano
all’orizzonte, le fila dei nemici interni si vanno ingrossando sempre
più.
Ma, come ogni spettacolo, anche l’antimafia e l’antiterrorismo non sono
qualcosa di inscalfibile: lo sciopero della fame del compagno anarchico
Alfredo Cospito sottoposto al regime del 41bis e le azioni diurne e
notturne che si sono sviluppate in Italia e nel mondo in sua solidarietà
hanno aperto una breccia che non potrà essere richiusa facilmente. La
lotta può dissacrare la religione della legalità e dissolvere la cortina
fumogena eretta a difesa dello Stato.
Di questo vorremmo parlare a partire dall’opuscolo Ruolo e strategie
repressive della DNAA con la presenza di alcuni/e curatori/trici della
cassa di solidarietà La Lima il 26 luglio alle 15:30 ad Alavò in via
Duca Lancia di Brolo, Polizzi Generosa (PA)

