CAMBIA DIRETTORE MA LA MERDA RIMANE LA STESSA

Dopo il clamore suscitato dallo sciopero della fame iniziato a staffetta dai prigionieri di Uta e poi proseguito da un nostro compagno sino al 21 giugno scorso, l’amministrazione del carcere, diretta da Marco Porcu, aveva ben pensato di riempire l’acqua di cloro rendendone impossibile anche l’utilizzo per cucinare.

Visto l’entrata del nuovo direttore, Pietro Borruto, abile a pavoneggiarsi di fronte alle telecamere parlando a vanvera del benessere dei detenutx, qualcuno ha fatto rianalizzare l’acqua a disposizione dei prigionierx per bere, lavarsi, etc.. Le analisi hanno rilevato una quantità di 600 Unità Formanti Colonie (batteriche) per millilitro d’acqua (il limite di legge è 0). In altre parole nell’acqua, che si beve e con cui ci si lava a Uta, è presente una significativa contaminazione fecale.

In altre parole cambia il direttore ma, come ci aspettavamo, la quantità di merda è rimasta la stessa; alla faccia di garanti, politici e leccapiedi che appaiono indaffarati nel criticare la situazione delle galere ma operano perchè tutto rimanga così com’è.

Solidali con i prigionierx, ci rivedremo presto di fronte ai cancelli della galera di Uta

NO 41-BIS NÉ A UTA NÉ ALTROVE

FUOCO ALLE GALERE

TUTTX LIBERX

!!!!!! 9 AGOSTO !!!!!!!!!!!!!!!!

SERATA BENEFIT PER LA CASSA PRIGIONIERX

PER UN MONDO SENZA GALERE PER UN MONDO SENZA SFRUTTATX LIBERTA PER TUTTI E TUTTE

La Cassa Prigionieri nasce a Cagliari nel 2023 grazie a un gruppo di compagnx che hanno preso parte alle lotte anticarcerarie sviluppate durante lo sciopero della fame di Alfredo Cospito.

Nel contesto storico attuale, il carcere rappresenta sempre più spesso il punto di approdo per molti compagnx impegnatx nelle lotte di piazza e nei conflitti sociali. Non a caso, gli ultimi decreti sicurezza hanno intensificato la repressione anche all’interno delle carceri, dotando gli sbirri di strumenti straordinari di controllo, repressione e tortura.

È in questo scenario che si è sentita la necessità di creare uno strumento utile a sostenere i/le prigionierx di tutte le strutture detentive (carceri, CPR, REMS, ICAM).

I contributi della Cassa hanno quindi lo scopo di supportare i/le prigionierx durante la reclusione, coprendo i bisogni quotidiani e favorendo la crescita e la diffusione delle lotte anticarcerarie — inclusa l’evasione — con la speranza di alleviare, almeno in parte, la sofferenza causata dalla tortura sistematica che i/le prigionierx subiscono.

Poiché si tratta di una Cassa per i/le prigionierx, si è scelto di sostenere anche eventuali necessità legate alle fasi del giudizio, escludendo però qualsiasi contributo alle spese relative agli onorari dei legali.

TUTTX LIBERX — FUOCO A GALERE E CPR

QUANDO L’ARTE INCIPRIA IL LAGER

Vado ai colloqui nel carcere di Uta, con regolarità. Siamo preparate ad aspettare sotto il sole. Due settimane fa c’erano più bambini del solito ad aspettare. “Mamma ho caldo”-“ Mamma voglio andare via”. Poi la secondina alla porta fa entrare i bambini e le madri e ci dice di aspettare ancora fuori, al caldo di luglio col bene che ti voglio. Perché c’è un evento. Qualcuna vicino a me dice : “Cos’è la giornata delle famiglie?” Viene fulminata con lo sguardo dalla guardia. Finalmente ci fanno entrare, ma non si possono depositare i pacchi per i prigionieri perché un artista mascherato lo usa come tavolo da disegno. “Mamma non voglio disegnare, voglio vedere babbo”.
La settimana successiva c’erano forme geometriche sui muri della sala in cui passi meno tempo ad aspettare ( il più è fuori al caldo). La settimana dopo su quei rettangoli e quadrati c’erano scritte orwelliane. Prima della sala perquisizioni: “Esibire i propri sentimenti “. Dove dai i documenti: “È severamente concesso l’ingresso”. Tutte scritte irritanti per le femaiglie in quanto a confronto dell’esperienza risultano semplicemente sarcastiche.

Sui termosifoni: Manu invisible 2025. Quanti soldi ti sei preso (con Domus de Luna e ELAN cooperativa sociale) per fare il belletto al lager?

TUTTX LIBERX, FUOCO ALLE GALERE

PAOLO SOSPENDE LO SCIOPERO DELLA FAME

Ci informano che Paolo comunica che dal 21 giugno ha deciso di sospendere lo sciopero della fame per il caldo e i conseguenti malori. Continua comunque la sua lotta contro il carcere e la società che lo produce.

SEMPRE DALLA PARTE DI CHI LOTTA

SOLIDALI E COMPLICI CON PAOLO

FUOCO ALLE GALERE

SCRIVERE A PAOLO

Chi volesse scrivere a Paolo deve indirizzare la corrispondenza a Paolo Todde, C.C. “E. Scalas”-09165 Uta (CA)

Paolo preferisce che non gli vengano inviati nè telegrammi nè raccomandate perchè non li riceve, suggerisce inoltre che non vengano inseriti francobolli nella corrispondenza perchè non passano l’ispezione delle guardie.

Chi volesse inviargli libri glieli invii in fotocopia in quanto diversamente finiscono in acqua durante le perquisizioni.

SOLIDALI E COMPLICI CON PAOLO

TUTTX LIBERX, CHIUDERE UTA, CHIUDERE TUTTE LE GALERE

CHI VOLETE PRENDERE PER CULO?

Oggi Paolo avrebbe dovuto fare un colloquio con la compagna importante per capire come proseguire la lotta. Nonostante il colloquio fosse stato prenotato, quando la compagna arrivata al carcere le è stato detto che erano stati ritardati di 3 ore per poi annullarli senza una motivazione plausibile. Ancora una volta l’amministrazione penitenziaria si accanisce, con Paolo e con chi gli sta vicino, utilizzando squallide ripicche, con la speranza di fermare la sua e la nostra lotta. Non credano che siamo disposti a sottostare a tali abusi e che potremo dimenticarli.

La lotta contro le carceri e il sistema che ne ha necessità non si arresta.

FUOCO ALLE GALERE.

NOI LA CHIAMIAMO TORTURA

Pubblichiamo integralmente il testo di un’altra lettera ricevuta da un prigioniero di Uta. Non crediamo siano necessari commenti.

Oggi 29/05 h. 11.45-12.00

T. […] è stato siringato e spostato chissà dove. Volevano trasferirlo a Bancali ma non voleva andarci […] oggi lo hanno picchiato un suo concellino e uno sbirro […]. T. è stato sedato.

Vi ho appena scritto per un prigioniero maltrattato dalle guardie ed ecco che un altro prigioniero si è tagliato le vene […]. Non è arrivato nessuno lo abbiamo soccorso noi prigionieri. Solo in seguito sono arrivate le guardie con un infermiere senza nemmeno una barella per trasportarlo, lo hanno preso in braccio le guardie con alcuni prigionieri in infermeria, dove è stato fasciato e sedato. Dopodiché i secondini di merda in sordina sono arrivati, hanno aperto la cella e buttato a terra come un sacco di merda. Abbiamo urlato e le guardie niente se ne sono andate via così, il detenuto in questione prende allora si taglia nuovamente recidendosi la vena principale del bicipite. È rimasto così con il sangue che scendeva per più di 5 minuti. Quello che mi fa rabbia è come tutto è successo nel totale silenzio di tutti i detenuti, solo io[…], l’altro concellino e altre 2 persone hanno urlato e fatto casino mentre il nostro amico […] si dissanguava per terra. Dopo 5 minuti sono arrivati nuovamente i secondini con una barella finalmente e infermieri e portato via in ambulanza. Non sappiamo che fine ha fatto.

“QUESTO È UN CARCERE DI ASSASSINI CHE HANNO LE STELLE”

Pubblichiamo integralmente un brano di una lettera ricevuta da un prigioniero di Uta. Non crediamo siano necessari commenti.

Ufficio di Sorveglianza di Cagliari

Verbale di dichiarazione spontanea di persona detenuta nella Casa Circ./Recl. Cagliari

L’anno 2025 il mese di Gennaio il giorno 31 alle ore 13.40 innanzi al Magistrato di Sorveglianza di Cagliari Dott.ssa Elisabetta Mulargia assistito dall’ausiliaria Rita Garau è presente il detenuto […] che dichiara quanto segue:

Quando ero in Sicilia, […], sono arrivato al Pagliarelli con una ferita provocata da un colpo di chiave in testa. Non mi hanno fatto entrare. Sono stato addormentato con una puntura nella flebo e mi sono svegliato il giorno dopo all’Ucciardone in un posto sconosciuto circondato da tre agenti della scorta dell’Ucciardone. Mi hanno portato in un posto che era una clinica dove ho trovato uno della famiglia Guarino-Casamonica. Mentre ero nella clinica le guardie mi hanno detto che all’ingresso al Pagliarelli avrei dovuto stare zitto.  Successivamente sono stato trasferito qui alla C.C. di Uta. Quando ero al Pagliarelli mi sono tagliato il braccio per paura, è venuto un tizio che diceva di essere un magistrato ma non lo era. Anche a Uta sono stato minacciato e ho paura, non posso raccontare quanto è successo qui perché ho troppa paura. Lo racconterò quando sono fuori da questa regione per questo voglio essere trasferito. Sono stato picchiato. […]. Questo è un carcere di assassini che hanno le stelle. Brigadiere Debora, Isp/Brig Porcella e Santini che si occupa dei lavoranti. Fabio Pes è il capo dei assassini, poi c’è Ivan Messina, il psichiatra Burino, la terapista psichiatrica non viene data regolarmente. Il più cattivo è il brigadiere Saro, che viene da Vicenza, viene qui ubriaco. Tutta l’area sanitaria collabora con le guardie…

Aggiornamento sulla situazione di Paolo

Lunedì 9 giugno ci siamo ritrovati in una piazza del centro di Cagliari per portare solidarietà ai detenutx, al nostro compagno Paolo, in sciopero della fame da più di un mese e per informare sulle condizioni in cui sono costretti a vivere i prigionierx all’interno del carcere, in cui “suicidi”, pestaggi e abusi sono all’ordine del giorno.
Durante il presidio, circondato da camionette di sbirri e digos, abbiamo volantinato e letto comunicati contro il carcere e testi in solidarietà con Paolo.
Possiamo dire che, dopo i colloqui effettuati ieri, Paolo è lucido e forte d’animo, continua lo sciopero della fame decidendo di settimana in settimana come e se proseguirlo. Continua comunque a resistere e non abbassare la testa di fronte ai continui soprusi e provocazioni dell’amministrazione penitenziaria.
Ribadiamo che soltanto rafforzando le lotte anticarcerarie all’esterno della galera possiamo sostenere le rivendicazioni dei prigionierx e impedire che le lotte nate in prigione muoiano in prigione.
Per un mondo senza sfruttatx
Per un mondo senza galere
Tuttx liberx


Anarchicx contro carcere e repressione

Pro Pauledhu

Riceviamo e pubblichiamo

Pauledhu est carre e sambene nostru pro cussu sa suferentzia pro nois est
manna, l’intendhimus in sas venas e in sa carena, l’intendhimus in d-onzi
passu de s’esistentzia nostra, in sas ideas e in su ki akimus.
Custa sotzietate est semper prus apedicata e prena de divisas e irgribas
de d-onzi zenia, de galeras e aggorros disumanos, ki Pauledhu est
connoskendhe in costas suas; Pauledhu at semper gherratu, kin sa cultura
nostra, contras a sas inzustissias de custu sistema, a s’omologatzione ki
nos keret totu ke pare, e tandho est zustu ki isse diet sa carena sua a sos
corvos de custu potere candho ki sa cultura nostra etotu est posta in
d-unu corrale? A ite potet servire custu patimentu? A kie?
Lu kerimus martire? No! No lu kerimus! Martire pro custa sotzietate
malaida, perdita e kene valores e printzipios, de zente ammiserata,
traitores e drogatos? No! No lu kerimus; lu kerimus comente semper
l’amus connotu, forte, gherratore sekerru e jocantinu. Sos martires non
sono in sa mentalitate nostra, pro cussu su dolore nostru est a lu vider
suferente, in d’una luta a sa sola inintro de unu mundhu kene ispera.

Sos cumpanzos e sas cumpanzas de Nurkuntra.