UN SALUTO DALLA CAYENNA DI UTA

Riceviamo e pubblichiamo una lettera di un prigioniero del carcere di Uta. Mentre garanti e il sindaco progressista di Cagliari si dichiarano contrari al 41 bis non perchè è una tortura di stato ma per le infiltrazioni mafiose che potrebbe portare in Sardegna (sic!), ad Uta vengono perpetrati tanti soprusi sia sui prigionieri che sui familiari che costituiscono una vera e propria forma di degradazione e umiliazione, ovvero di tortura. L’acqua continua a non essere potabile e la ASL di Cagliari, interpellata in proposito per iscritto, non risponde. Siamo lieti del fatto che la garante Irene Testa, abbia percepito uno squarcio del mondo reale, e che abbia parlato della condizione umiliante in cui i familiari dei prigionieri devono attendere per entrare ai colloqui. Noi lo denunciamo da molto tempo, continuando a pensare che le galere vadano distrutte.
Qui il testo della lettera

[…] Dei tre […] che avevano arrestato l’autunno scorso, […] dopo che si è concluso il processo di primo grado, con delle condanne differenziate […] io sono l’unico che sta in galera […]. […] ho il riesame per i domiciliari, con scarsissime possibilità di uscire da questo posto. Subito dopo l’uscita di cella di JF, c’è stato il tetntativo di assalto al posto letto vacante, infatti il carcere è pieno come un uovo, sabato eravamo in 744, su una capienza regolare sotto i 480, e dove sono io rinchiuso, siamo in tre prigionieri, malgrado ci sia saldata un’altra branda.
Il coordinatore del piano: Vice Ispettore Sarno, dopo uno, due giorni, con prepotenza ha cercarto di infilarci il quarto prigioniero in cella, è venuto con il codazzo di secondini che lo spalleggiavano, purtroppo dietro avevano anche il prigioniero, che doveva ulteriormente “riempire” la gabbia, che tra l’altro lo conosco da anni (il prigioniero), ma che io non ho accettato in cella perchè in quattro, rinchiusi 22 ore al giorno, è impossibile viverci. Sarno con fare strafottente ha intimato ad un suo sottoposto di aprire la cella -perchè qua sia fa come dico io-, non ci ho visto più, e con un pugno ho esploso la TV…, si sono bloccati tutti, hanno rinchiuso il blindo e sono andati via.
Ora come ora so che dovrò pagare come nuova la TV, e mi aspetto come minimo una denuncia, e con questa (se arriverà) sarà la terza in quattordici mesi di galera.
Una denuncia è a dir poco assurda, il tutto sarebbe avvenuto il 31 gennaio scorso (giorno del mio compleanno), quando fuori dalle mura scoppiavano botti, e c’erano cori di incoraggiamento…, io, secondo loro, avrei inveito contro il corpo della polizia penitenziaria, tanto che nel successivo mese di agosto, mi è arrivata la denuncia per vilipendio al corpo della polizia penitenziaria, è la prima volta che sento una cosa del genere.
Onestamente ne vado fiero.
Piuttosto a farmi colloquio vengono (o venivano?) delle compagne e dei compagni, che si sono beccato una quindicina di giorni fa un 270 bis, ben sei di loro lo hanno beccato, e adesso non so se li faranno entrare ancora in carcere.
Come sempre la corrispondenza va a singhiozzo, però il morale è alto, le letture mi fanno compagnia, e poca TV (me l’hanno rimessa dopo due o tre giorni)…, certo stare rinchiusi almeno 22 ore al giorno è pesante, di mandarmi in una sezione aperta non se ne parla…, se non altro m i sono iscritto a scuola: Vª alberghiero, ma devo usare dei sotterfugi per poterci andare (questo dal martedì al venerdì di ogni settimana), in quanto questi carabinieri mancati fanno orecchie da mercante.

Un saluto dalla cayenna di Uta